Secondo una ricerca svolta in Gran Bretagna edifici energeticamente efficienti possono aumentare il rischio di contrarre malattie respiratorie quali l’asma.
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Secondo una ricerca svolta in Gran Bretagna edifici energeticamente efficienti possono aumentare il rischio di contrarre malattie respiratorie quali l’asma.
Lo scopo dell’edilizia moderna deve essere quello di realizzare edifici energeticamente effcienti. L’efficienza energetica di un edificio è la sua capacità di ridurre i consumi di energia necessaria per svolgere le varie attività umane.
Tra gli accorgimenti da mettere in atto per giungere a questo risultato, c’è sicuramente al primo posto il corretto isolamento termico dell’involucro edilizio. L’involucro è la parte esterna dell’edificio, costituita da pareti, tetto e finestre.
Un edificio ben isolato, infatti, richiede un minor consumo di energia per essere riscaldato in inverno e raffrescato in estate. In tal modo, si riduce la spesa riservata dalle famiglie a questo scopo e, al contempo, la quantità di emissioni inquinanti in ambiente.
Riassumendo, possiamo dire che costruire un edifico energeticamente efficiente comporta indubbi vantaggi:
• si spende meno per climatizzare l’ambiente
• si ottiene un migliore confort ambientale interno
• si consumano meno combustibili fossili e quindi si riducono le emissioni inquinanti.
Abbiamo visto quindi come isolare un edificio in modo da renderlo energeticamente efficiente abbia diverse conseguenze positive.
Eppure di recente abbiamo dovuto registrare il grido d’allarme lanciato da un’indagine condotta da alcuni ricercatori della University of Exeter Medical School. L’inchiesta è stata pubblicata sulla rivista internazionale Environment International.
Lo studio in questione è stato condotto sugli abitanti di alcuni alloggi di edilizia sociale realizzati in Gran Bretagna. Le case sono state costruite dalla Coastline Housing, un’impresa specializzata in questo tipo di edilizia. Il campione esaminato era costituito da 700 alloggi di Cornwall particolarmente ben isolati ed energeticamente efficienti.
L’analisi codotta ha rivelato come fosse molto elevata presso i loro abitanti l’incidenza delle malattie respiratorie.
In particolare, il pericolo aumentava laddove era presente una forte concentrazione di muffa e una percentuale elevata di umidità.
Sono questi i fattori che maggiormente aumentano il rischio d’asma e si manifestano in edifici molto isolati e poco arieggiati. L’elevata umidità, in particolare, favorisce la proliferazione degli acari della polvere.
In case non ben arieggiate, inoltre, c’è maggior ristagno di polveri e contaminanti che espongono gli abitanti agli agenti patogeni causano di attacchi d’asma e crisi respiratorie.
I ricercatori hanno spiegato che la loro analisi non è mirata a mettere in alcun dubbio l’importanza dell’efficienza energetica degli edifici.
È fondamentale però a loro avviso insegnare a chi abiterà case di questo tipo quali comportamenti seguire per scongiurare i rischi di malattie come quelle riscontrate.
A questo punto, è opportuno fare alcune considerazioni su questa ricerca scientifica. Questa, in realtà, mette in luce alcuni aspetti che non rappresentano esattamente una novità.
Negli ultimi anni abbiamo assistito, in edilizia, alla realizzazione o ristrutturazione di immobili in modo da renderli ben isolati. In tal modo, li si espone però al rischio di diventare troppo poco traspiranti, con problemi di formazione di condensa e muffa dovute alla scarsa traspirazione dell’involucro.
Tali effetti sono accentuati nel caso in cui si utilizzino materiali di origine chimica, mentre possono essere più facilmente scongiurati con l’impiego di isolanti naturali.
Gli effetti indesiderati riscontrati dall’equipe britannica, quindi, sono in realtà già da tempo conosciuti da chi opera in ambito edilizio.
Ritornando alla ricerca, è utile sottolineare che essa è stata svolta sugli abitanti di alloggi di tipo economico – popolare. Il target esaminato è costituito da individui appartenenti ai ceti meno abbianti, soliti mettere in atto condotte che possono involontariamente amplificare alcuni effetti negativi.
Tra i comportamenti scorretti è stata rilevata, ad esempio, l’abitudine di asciugare il bucato all’interno dell’abitazione. Questa pratica aumenta notevolmente il grado di umidità dell’aria, specie in ambienti ben isolati.
Non è escluso naturalmente che tali abitudini scorrette possano essere inavvertitamente eseguite in case di qualsiasi altra condizione sociale, per cui ben venga l’allarme lanciato dall’equipe britannica, al fine di scongiurare effetti negativi sulla salute pubblica.
In futuro sarà quindi necessario innanzitutto progettare gli edifici in maniera che l’isolamento termico non impedisca loro un’adeguata traspirazione.
Saranno poi opportune adeguate campagne informative per insegnare alla popolazione come arieggiare la propria casa nella giusta maniera per evitare l’insorgenza di certe malattie e i danni alla struttura stessa dell’immobile, causati da muffe ed eccessiva umidità.
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