Tra le diverse voci di spesa inserite nella bolletta compaiono gli oneri di sistema destinati a finanziare varie attività legate alla gestione dell’energia.
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Tra le diverse voci di spesa inserite nella bolletta compaiono gli oneri di sistema destinati a finanziare varie attività legate alla gestione dell’energia.
Tra le voci di spesa presenti nelle bollette per le utenze domestiche compare anche la dicitura oneri di sistema.
Questi concorrono infatti a formare l’importo finale sia nella bolletta elettrica sia in quella del gas, anche se sono molto più consistenti nella prima.
Le voci di spesa sono:
• spesa per la materia prima energia
• spesa per il trasporto e la gestione del contatore
• oneri di sistema
• imposte (accise e IVA).
Fino al 2015 era presente un’unica voce spesa per servizi di rete, comprendente sia oneri di sistema sia spesa per il trasporto e gestione del contatore. Dal primo gennaio 2016, con l’entrata in vigore della Bolletta 2.0, le due voci sono state scorporate.
In ogni caso, ci si rende conto facilmente di quanto le spese di carattere generale incidano in bolletta. Possiamo sforzarci in tutti i modi di ridurre i nostri consumi ma, in sostanza, riusciremo a risparmiare solo pochi spiccioli. Del resto, ogni volta che assistiamo a una riduzione dei prezzi delle materie prime in campo energetico non riusciamo a percepire queste variazioni.
Gli oneri di sistema sono fissati ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, valgono sia per gli utenti in regime di tutela sia per il mercato libero e sono uguali per tutti i fornitori.
Ma dove vanno a finire i soldi pagati? Si tratta in sostanza di oneri destinati a finanziare diverse attività legate alla gestione dell’energia, quali:
• piccole aziende elettriche che operano sulle isole minori
• imprese distributrici con meno di 5.000 clienti
• interventi per la promozione dell’efficienza energetica
• Misure di Compensazione Territoriale in favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare.
Pur essendo una parte consistente dell’importo in bolletta, la voce oneri di sistema non è di facile comprensione per l’utente.
In questo articolo cercherò quindi di spiegarvi in maniera semplice da quali costi è formata e per cosa servono queste spese.
Gli oneri si compongono generalmente di due parti:
• una quota fissa
• una quota variabile in funzione dei consumi di ciascun utente.
L’ importo degli oneri di sistema si compone di varie voci di spesa, diverse tra la bolletta della luce e quella del gas. Queste spese non sono però riportate in maniera particolareggiata in fattura, dove possiamo trovare soltanto il loro valore complessivo.
Vediamole allora nel dettaglio, cominciando da quelle della bolletta dell’elettricità.
A partire dal primo gennaio 2018, in virtù della semplificazione determinata dalla delibera del 28 giugno 2017 481/2017/R/eel, questi oneri sono stati suddivisi in due soli raggruppamenti:
• ASOS: oneri generali per il sostegno delle energie rinnovabili e della cogenerazione
• ARIM: oneri generali rimanenti.
In precedenza invece la loro suddivisione era molto più dettagliata:
• A2: oneri legati alle attività di smantellamento e messa in sicurezza delle centrali nucleari
• A3: incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate
• A4: copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario
• A5: sostegno alla ricerca di sistema
• Ae: agevolazioni alle industrie a forte consumo di energia
• As: oneri per il bonus elettrico.
La componente degli oneri di sistema destinata agli incentivi alle rinnovabili rappresenta la voce più consistente. Ciò che colpisce l’utente che voglia approfondire l’argomento è però che l’Autorità per l’energia assimila a fonti rinnovabili anche gli impianti alimentati da combustibili fossili e da combustibili di processo quali scarti di raffineria etc..
In parole povere, sono assimilati alle fonti rinnovabili anche le centrali a carbone e gli inceneritori di rifiuti (!).
Questi sono invece gli oneri di sistema che si pagano per la bolletta del gas:
• RE: quota per il risparmio energetico, serve per finanziare progetti di sviluppo delle fonti rinnovabili e la realizzazione di reti di teleriscaldamento
• RS: qualità dei servizi gas
• UG1: eventuali conguagli e squilibri del sistema di perequazione
• UG2: compensazione dei costi di commercializzazione della vendita del gas al dettaglio
• TAU1: capitali relativi al servizio di distribuzione, commercializzazione e misura
• TAU3: costi operativi, voce variabile in base alla suddivisione negli 8 scaglioni tariffari.
Come detto in precedenza, gli oneri di sistema sono costi fissati dall’Autorità per l’energia, per cui non rientrano nella discrezionalità del mercato libero e, a parità di consumi, dovrebbero risultare uguali tra tutti i fornitori.
Facendo quindi riferimento ai consumi di una famiglia media in regime di maggior tutela, è stato stimato che questi oneri incidono per:
• il 22% circa sulle bollette degli utenti residenti
• il 38% circa sulle bollette degli utenti non residenti.
Questa differenza dipenda dal fatto che, a partire dal 2017, le utenze non residenziali pagano una quota annuale fissa, non legata agli effettivi consumi. Pertanto, le utenze di questo tipo risultano molto più care.
Analizzando con attenzione le attività che gli oneri generali di sistema sono destinate a finanziare si può avere il legittimo sospetto che si tratti si una sorta di tassa mascherata.
Del resto, alcune voci di spesa sono destinate in parte proprio al bilancio dello Stato. Le componenti sembrano poco legate alla produzione e alla gestione della materia energia e più indirizzate invece a questioni legate allo sviluppo e al benessere sociali.
Tra l’altro una parte (molto piccola) serve per il cosiddetto bonus luce gas, un incentivo previsto per i clienti domestici in stato di disagio fisico o economico.
Si tratta in sostanza di costi non tanto legati a un servizio effettivamente fornito al cliente quanto piuttosto all’interesse generale della collettività e quindi simili a vere e proprie imposte.
Non a caso gli oneri di sistema sono detti anche oneri parafiscali per la bolletta elettrica.
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