In arrivo dal primo gennaio 2016 una vera e propria rivoluzione per le bollette della luce delle utenze domestiche per la riforma delle tariffe elettriche.
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In arrivo dal primo gennaio 2016 una vera e propria rivoluzione per le bollette della luce delle utenze domestiche per la riforma delle tariffe elettriche.
Per il 2016 è prevista una vera e propria rivoluzione per le bollette della luce delle utenze domestiche.
Il Garante per l’Energia e il Gas ha infatti da poco approvato la delibera 582/2015/R/eel contenente la riforma delle tariffe elettriche, che modificherà il metodo di calcolo finora adottato, passando dell’attuale sistema di tariffazione, di tipo progressivo (più consumi, più paghi), a uno di tipo lineare, basato sui costi fissi per kilowattora.
In pratica, la nuova tariffazione sarà premiante per le famiglie numerose e per quelle abituate a consumare molta energia elettrica, anche per la cucina e il riscaldamento.
L’attuale sistema vigente in Italia risale agli anni Settanta, il periodo della grande crisi energetica.
L’introduzione delle nuove tariffe è invece frutto del recepimento della direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, per allinearci agli altri Paesi dell’UE.
Il nuovo sistema sarà applicato sia a chi usufruisce del mercato di maggiore tutela, sia a chi ha preferito il mercato libero.
La riforma persegue i seguenti obiettivi:
• premiare la diffusione di consumi efficienti, oggi penalizzati da costi eccessivi
• semplificare e rendere più trasparente la bolletta
• rendere le tariffe più eque e aderenti ai costi dei servizi di rete.
Il risultato dovrebbe essere l’eliminazione degli attuali sussidi indirizzati a chi consuma poco, ma magari ha un reddito elevato, determinante la penalizzazione delle famiglie numerose, che consumano molto ma hanno un reddito più basso. Infatti, in base all’attuale tariffazione chi consuma di più paga anche per chi consuma di meno.
Il sistema dovrebbe essere tale, comunque, da non penalizzare nemmeno le famiglie che consumano poco ma hanno redditi bassi.
La rivoluzione delle bollette elettriche avverrà in maniera graduale, attraverso tre fasi: la prima in partenza dal prossimo primo di gennaio, la terza e ultima prevista per il primo gennaio del 2018, dopo aver compiuto sul campo una serie di verifiche.
Le attuali tariffe elettriche determinano un costo finale dell’energia dovuto a quattro grandi componenti:
• i servizi di vendita
• le imposte
• i servizi di rete, quindi i costi dovuti a trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica
• gli oneri generali di sistema, vale a dire i costi per sostenere il sistema elettrico e le attività di interesse generale.
La riforma toccherà in particolare queste ultime due voci, che da sole rappresentano circa il 40% della nostra bolletta elettrica, e tali costi diventeranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo, per cui non aumenteranno, come avvenuto fino a ora, in base al consumo.
Più nel dettaglio, dal 2017 si stabilizzeranno le tariffe elettriche per i servizi di rete e dal 2018 quelle per gli oneri generali di sistema, portando a compimento la riforma.
Un’altra novità contenuta nella riforma è relativa all’impegno di potenza, per il quale a partire dal 2017 saranno offerti più livelli tra cui scegliere, con un passo più fitto rispetto a quello attualmente disponibile, in modo da modularle in base alle proprie reali esigenze.
In pratica si potrà modificare la propria potenza impegnata, in aumento o in riduzione:
• di 0,5 kW per contatori fino a 6 kW
• di 1 kW da 6 kW fino a 10 kW.
Per poter scegliere meglio il livello più adatto, saranno messi a disposizione dell’utente i dati relativi alla massima potenza impegnata mensilmente.
Contemporaneamente saranno poi azzerati i costi per effettuare il cambio di livello, che attualmente sono di 30 euro.
Alle nuove tariffe elettriche previste per il 2016 si accompagneranno anche altre modifiche, di carattere, diciamo così, formale.
La bolletta della luce avrà infatti una nuova veste grafica, redatta seguendo uno standard unico.
A questi cambiamenti si aggiungerà poi il canone RAI in bolletta in arrivo per il bimestre luglio – agosto.
Ma in pratica, quali cambiamenti porterà l’introduzione delle nuove tariffe elettriche? In effetti ci saranno alcune variazioni positive, ma anche qualche svantaggio.
Se, ad esempio, per il riscaldamento della vostra casa vorreste installare al posto della tradizionale caldaia a gas un climatizzatore a pompa di calore di ultima generazione, non sarete più penalizzati dai consumi, perché pagherete una parte della bolletta con dei costi non progressivi, ma uguali per tutti.
Per qualcuno potrebbe essere solo una scelta, ma per le famiglie residenti in aree ancora non metanizzate potrebbe rivelarsi un vero e proprio toccasana.
A questa maggiore convenienza si potranno poi unire altre agevolazioni offerte dagli operatori privati, agendo sui propri costi e margini di guadagno.
La riforma darebbe quindi anche un impulso all’utilizzo di apparecchiature elettriche efficienti, come i piani di cottura a induzione, finora poco diffusi in Italia a causa degli alti costi dell’energia, o delle auto elettriche.
Le nuove tariffe, come detto, premieranno le famiglie che consumano tanto: per consumi fino a 6mila kWh/anno si potrebbe arrivare a risparmiare 582 euro l’anno.
Di contro, per chi consuma poco, quindi ha contatori da 3kW e consuma tra i 900 e i 1.500 kWh/anno, ci sarà una piccola stangata, con rincari compresi tra i 19 e i 117 euro l’anno. Le nuove tariffe risulteranno quindi punitive per i piccoli nuclei familiari, le coppie, i single e le persone che per motivi di lavoro passano la maggior parte della giornata fuori di casa.
Esaminando la composizione e le abitudini della maggior parte delle famiglie italiane, quindi, non sembra che le nuove tariffe avranno molti effetti benefici, ma piuttosto saranno l’ennesimo danno economico per i loro budget.
Infatti, oltre l’81% degli attuali utenti (circa 24 milioni) ha consumi inferiori a 2.640 kWh/anno, quindi per loro la bolletta sarà più cara.
Alcune critiche sono piovute sull’Autorità per l’energia anche per gli effetti negativi che la riforma, quando sarà a regime nel 2018, dovrebbe avere sugli utenti che hanno scelto il fotovoltaico.
In base ad alcuni calcoli, infatti, il risparmio che essi possono ottenere grazie alla scelta di questa fonte di energia rinnovabile finirebbe praticamente per dimezzarsi.
In ogni caso, per evitare effetti negativi sulle persone in reale stato di bisogno e a basso reddito, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha previsto anche la presenza di un ammortizzatore.
Si tratta del cosiddetto bonus sociale di sconto, per il quale l’Autorità ha chiesto a Governo e Parlamento un rafforzamento e una stabilizzazione, sia con un aumento dell’aliquota di sconto dall’attuale 20% al 35%, sia con un ampliamento della platea degli aventi diritto.
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