Le lampade di emergenza sono apparecchi per l’illuminazione che si accendono automaticamente quando si verifica un’interruzione di corrente.
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Le lampade di emergenza sono apparecchi per l’illuminazione che si accendono automaticamente quando si verifica un’interruzione di corrente.
Foto di Ben Kerckx da Pixabay
Le lampade di emergenza sono dispositivi di illuminazione che si accendono automaticamente quando si verifica una interruzione di corrente e non è quindi possibile disporre dell’illuminazione ordinaria.
La normativa italiana le prescrive obbligatoriamente nei luoghi aperti al pubblico, come ambienti di lavoro, scuole, ospedali, centri commerciali e così via, stabilendo anche i lux minimi che devono essere emessi, le loro dimensioni e la colorazione.
In ambito privato non sussiste invece alcun obbligo: ogni proprietario può decidere liberamente se installarle ma, ormai, possiamo dire che chiunque realizzi una nuova abitazione o ne ristrutturi una esistente non ne fa più a meno.
Quando ci si trova improvvisamente al buio, infatti, può essere pericoloso procedere a tentoni, rischiando di inciampare o sbattere contro qualcosa.
A maggior ragione occorre stare attenti nelle case multilivello, dove gli spostamenti avvengono anche attraverso le scale e si può correre il serio rischio di cadere.
Queste luci consentono quindi di raggiungere in sicurezza il contatore se si tratta di un problema locale (ad esempio un sovraccarico) oppure di continuare le proprie attività attendono il ripristino delle condizioni regolari, se si tratta di un guasto su scala più vasta.
La lampada di emergenza è solitamente formata da una sorgente luminosa (fluorescente o a LED), una batteria interna e vari componenti elettrici. L’autonomia delle batterie è in genere variabile da una a tre ore.
La maggior parte delle lampade di emergenza sono collegate alla rete elettrica. Da questa, assorbono continuamente l’energia ma, a differenza di altri dispositivi connessi, non la utilizzano nell’immediato ma la accumulano in apposite batterie.
In questo modo, non appena scatta il salvavita o si verifica un blackout generale, attraverso una sorta di switch, si accendono automaticamente.
Nel momento in cui si riattiva l’alimentazione al circuito principale dell’impianto elettrico (e quindi ritorna la corrente) le luci di emergenza si spengono e le batterie riprendono a caricarsi.
Le lampade di emergenza sono diverse dalle lampade di sicurezza utilizzate nei luoghi pubblici. Infatti, non devono restare sempre accese ma si attivano solo all’occorrenza per evitare di restare completamente al buio e consentire alle persone di radunarsi in luoghi sicuri.
Esistono anche lampade di emergenza off grid, quindi non connesse alla rete, ma in questo caso sono alimentate da pile, anche del tipo ricaricabile, e devono essere azionate a mano quando manca la corrente.
Le lampade di emergenza connesse alla rete possono essere di tre tipi, distinte in base al tipo di installazione:
• a parete
• da incasso
• da presa.
Quelle off grid sono invece unicamente quelle portatili.
Per quanto riguarda l’alimentazione, la maggior parte dei modelli utilizzano oggi lampadine a LED perché garantiscono un’ottima illuminazione e soprattutto riducono notevolmente i consumi energetici.
Ci sono poi le lampade portatili, che devono essere collegate a una presa elettrica mediante un cavo di alimentazione e, all’occorrenza, come dice il nome, possono essere spostate.
Su Amazon puoi trovarne di diversi tipi:
• Leduni
• Beghelli
• Velamp OVIDEA LED.
In passato, le lampade di emergenza erano piuttosto discutibili dal punto di vista estetico. Non essendo infatti apparecchi di illuminazione da arredamento, non erano molto curate dal punto di vista del design.
Oggi invece, nella maggior parte dei casi, si integrano perfettamente all’illuminazione generale senza arrecare alcun disturbo o, al limite, si mimetizzano perfettamente nella parete.
Insomma non ci sono più scuse per non installarle!
Le luci di emergenza devono essere posizionate in punti ben precisi dove possano garantire una adeguata illuminazione a tutti gli ambienti.
Generalmente sono poste in corridoi e disimpegni, in modo da illuminare le zone di passaggio e, da queste, anche le varie stanze.
È molto utile averne anche una in cucina, ambiente in cui possono essere presenti pericoli e dove, tra l’altro, la famiglia potrebbe radunarsi in caso di blackout.
Se la tua casa è un duplex distribuito su due piani è opportuno ovviamente collocarne una nei pressi della scala.
Una andrebbe installata proprio sopra la porta di ingresso, in modo da poterla individuare facilmente nel caso in cui si rendesse necessario dover abbandonare l’appartamento.
La posizione deve essere in alto, in modo che da quel punto la luce si possa irradiare il più possibile nell’ambiente.
Quante lampade installare in tutto, allora? Il numero totale dipenderà anche dalla grandezza della casa. In un bilocale può anche bastarne una sola, a mano a mano che la superficie dell’alloggio aumenta è opportuno installarne un numero maggiore, tale da garantire la sicurezza in tutta la casa.
Oltre alle lampade fisse, procurane sempre una portatile che potrebbe essere utile, ad esempio, per spostarsi all’esterno verso il contatore generale.
In alternativa, esistono modelli da incasso estraibili, che pur avendo una posizione fissa, possono essere all’occorrenza utilizzate per spostarsi.
L’installazione delle lampade di emergenza a presa è molto semplice e può essere fatta facilmente in fai da te. Una volta fissate, possono anche essere utilizzate come luci di cortesia.
Quelle a parete o a incasso vanno installate con l’intervento di un elettricista. Per le lampade a incasso, ad esempio, è necessaria la predisposizione di un apposito vano nella muratura in cui inserirle, quindi richiedono anche opere murarie oltre a quelle relative ai collegamenti elettrici.
Per l’installazione a parete è invece sufficiente che ci sia la superficie disponibile dove posizionare la base di sostegno del dispositivo. Quest’ultima è infatti la soluzione più economica e diffusa proprio perché non richiede grossi lavori.
In ogni caso, se devi affrontare interventi edilizi che comportano la messa a norma o il rifacimento dell’impianto elettrico, è opportuno approfittarne integrandolo con un congruo numero di lampade di emergenza.
Con il trascorrere del tempo anche le batterie delle luci di emergenza sono soggette a deterioramento.
Periodicamente, quindi, è opportuno condurre dei test (staccando la corrente) per verificare che il funzionamento avvenga correttamente.
Tutto ciò al fine di evitare di ritrovarsi con lampade scariche quando dovessero servire!
Per concludere, se devi acquistare una o più lampade di emergenza da installare nella tua abitazione, fai attenzione in particolare a queste due cose:
• l’autonomia della batteria
• l’intensità dell’illuminazione.
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