Guida al riscaldamento a pavimento

Il riscaldamento a pavimento è una soluzione impiantistica molto efficiente e fonte di benessere termico ma non è adatto in tutti i contesti.

Wedi pannelli da costruzione PreLine per sistemi di riscaldamento a pavimento (photo credit Threesixty Torino)

Come funziona il riscaldamento a pavimento?

Il riscaldamento a pavimento rientra nella categoria dei sistemi di riscaldamento radianti ed è costituito da una serie di tubazioni o resistenze elettriche annegate nel massetto che irradiano calore dal basso verso l’alto.

Non si tratta di una tecnologia recente, ma addirittura già gli antichi romani adottavano un sistema di riscaldamento che può definirsi antesignano di quelli attuali, diversi ovviamente per materiali e affidabilità.

Questo tipo di impianto necessita di una accensione continuata a causa della sua elevata inerzia termica. Per riscaldare il massetto, infatti, sono necessarie almeno 24 – 36 ore.

Oltre che a pavimento un impianto radiante può avere anche altre modalità di installazione:
• a soffitto
• a parete
• nel battiscopa.

Come è fatto un impianto di riscaldamento a pavimento?

L’impianto di riscaldamento a pavimento può essere di due tipi:
a circolazione d’acqua
elettrico.
I sistemi più diffusi, soprattutto in ambito residenziale, sono i primi.

Tali sistemi possono utilizzare come generatore di calore una comune caldaia a condensazione, un sistema a biomasse (ad esempio una stufa a pellet) o anche un sistema da fonte rinnovabile, come i pannelli solari termici.
Infatti, mentre con un riscaldamento tradizionale la caldaia deve lavorare a una temperatura di almeno 70°C, per quello radiante sono sufficienti temperature molto più basse, comprese tra i 29 e i 35°C.

Per realizzare un impianto a pavimento per prima cosa è necessario stendere sul solaio un pannello isolante, per evitare la dispersione del calore verso il basso. In genere il pannello è sagomato, per garantire un miglior ancoraggio delle tubazioni.
Il pannello può essere realizzato in polistirene o in altri materiali, come il sughero spesso scelto perché, oltre a essere un materiale naturale, unisce alle prestazioni di isolamento termico anche buone doti di isolamento acustico.

Al pannello isolante viene abbinato un foglio in PVC rigido con lo scopo di renderlo più robusto, soprattutto in fase di montaggio, ma anche di preservarlo dall’umidità.

Sistema a circolazione d’acqua

I tubi in cui scorre l’acqua vengono disposti in forma di serpentine, chiocciole o seguendo un percorso rettilineo, ma comunque in modo tale da distribuire in maniera uniforme il calore sulla superficie del pavimento.
Le serpentine possono anche essere infittite nelle zone in cui c’è bisogno di più calore, ad esempio lungo i muri perimetrali.

Sono fatte in genere in polietilene, in rame o in materiali che abbinano plastica e metallo. Le loro caratteristiche devono comunque essere tali da garantire durabilità, resistenza alla corrosione e allo schiacciamento.

Il tutto viene ricoperto da un massetto di idoneo spessore, reso molto fluido dalla presenza di particolari additivi.

Ultima componente dell’impianto sono i collettori di distribuzione, di solito disposti in cassette alloggiate nelle pareti.
Essi rappresentano le valvole che permettono di regolare il flusso di acqua dalla caldaia ai tubi e viceversa e sono dotati di valvole di sfogo e termostati, utilizzati per differenziare le temperature da una stanza all’altra (ad esempio in bagno potrebbe essere necessaria una temperatura di qualche grado superiore).

Sistema elettrico

Il riscaldamento a pavimento elettrico utilizza invece come vettore del calore un conduttore alimentato da energia elettrica, che può essere prodotta da un impianto fotovoltaico.

Le resistenze elettriche sono posate nello stesso modo dei tubi, ma vengono in genere alloggiate in profili di alluminio, per una migliore distribuzione del calore.

Il riscaldamento elettrico, però, può essere anche posato direttamente sotto il pavimento, sopra un tappetino isolante, senza essere annegato nel massetto.

Una volta ultimato l’impianto è possibile ricoprirlo con qualsiasi tipo di pavimento.

Vantaggi del riscaldamento a pavimento

Un riscaldamento a pavimento presenta diversi vantaggi rispetto a un sistema tradizionale.

Non essendoci la presenza del terminale costituito dal radiatore, con la sua installazione si riesce ad avere molto più spazio libero lungo le pareti e quindi non si hanno vincoli per arredare le stanze.

Con i termosifoni il riscaldamento avviene per convezione, per cui l’aria calda tende a salire verso l’alto; con gli impianti radianti invece il calore si diffonde per irraggiamento e quindi riscalda in maniera più uniforme tutta la stanza.

Proprio per la loro modalità di funzionamento i comuni termosifoni tendono ad alzare polvere in ambiente, veicolando la presenza di acari e muffe.
Con il riscaldamento a pavimento questo inconveniente è quasi del tutto assente, per questo è un sistema particolarmente adatto a soggetti allergici o con problemi alle vie respiratorie.
L’aria inoltre non si riscalda ma conserva un tasso di umidità ideale per il benessere corporeo.

Gli impianti di tipo tradizionale funzionano con acqua a temperature elevate, intorno ai 70°C, mentre per quelli radianti sono sufficienti temperature più basse, tra i 30 e i 40°C. Ciò implica un minor consumo energetico e, di conseguenza, anche un risparmio economico.

Oltre a essere più efficiente, il sistema può essere anche più ecologico, se ai combustibili fossili si sostituiscono le fonti rinnovabili, come le biomasse o il Sole.

L’impianto a pavimento offre ampia libertà nella scelta del rivestimento: si possono utilizzare le comuni piastrelle ceramiche, il cotto o la moquette. Anche il parquet non è più una soluzione da scartare, se si scelgono essenze stabili e si installa con posa flottante.

Svantaggi del riscaldamento a pavimento

Il risparmio risulta garantito anche se l’impianto necessita di accensione 24 ore su 24.
Questo aspetto può però rappresentare un inconveniente quando la casa è disabitata per molte ore al giorno o nei climi in cui, anche in inverno, non serve tenere il riscaldamento acceso per tutta la giornata.

Il riscaldamento a pavimento presenta, allo stato attuale, ancora dei costi di installazione sensibilmente più elevati rispetto a uno di tipo tradizionale, di circa il 30% superiori.
Ciò è dovuto ai materiali impiegati e all’incidenza della manodopera necessaria e l’intervento risulta ancora più oneroso se realizzato in fase di ristrutturazione di un appartamento esistente piuttosto che di nuova costruzione.

Il maggior prezzo iniziale però può essere facilmente ammortizzato nel giro di pochi anni, grazie a un maggior risparmio sulle spese di riscaldamento (fino al 15-20%). Si tratta quindi di un investimento che è sempre opportuno valutare.

Uno degli aspetti che maggiormente spaventa al momento di installare questo tipo di impianto, è il timore di guasti o malfunzionamenti che, per essere riparati, richiederebbero la rimozione del pavimento.
Se il rivestimento risulta datato e non si hanno piastrelle sufficienti per l’eventuale rappezzo, si può essere costretti a rifare l’intero pavimento, con conseguenti disagi.
Questo inconveniente è oggi in parte risolto grazie alla qualità dei materiali impiegati che riducono al minimo l’eventualità di danni o guasti.

La presenza di arredi o complementi molto voluminosi, infine, può limitare o addirittura fermare la propagazione del calore in alcuni punti.

Manutenzione del riscaldamento a pavimento

Il riscaldamento a pavimento non richiede interventi frequenti, ma di certo dopo 15–20 anni dall’installazione è opportuno rivolgersi a una ditta qualificata per la sua manutenzione.

L’acqua che circola nell’impianto viene caricata al momento dell’installazione, per cui rimane sempre la stessa per anni e col tempo può presentare depositi di calcare, fanghi e alghe.
La presenza di queste sostanze può causare danni alla caldaia, aumento dei consumi e comunque un peggioramento del comfort ambientale.

Un intervento di manutenzione comporta quindi un lavaggio dell’intero impianto e l’analisi di PH e durezza dell’acqua.

Per ovviare agli inconvenienti descritti si può effettuare un trattamento di sostituzione dell’acqua con acqua addolcita, contenente additivi in grado di bloccare la formazione di calcare ed evitare la presenza di fanghi e alghe.

Quanto costa un impianto di riscaldamento a pavimento?

Mediamente il costo di un impianto di riscaldamento, comprensivo di tutti gli elementi necessari per la sua completa installazione, si aggira intorno ai 50 euro a metro quadro.

I prezzi proposti dalle aziende possono però variare di molto tra loro, anche in funzione della qualità dei materiali impiegati, del calore necessario per un determinato appartamento e delle offerte praticate dalle stesse ditte.

(Prima pubblicazione 26 gennaio 2016)




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7 Commenti. Nuovo commento

  • Buongiorno saprebbe indicarmi gentilmente un brand di fiducia o famoso che effettua riscaldamento a pavimento elettrico??? Io ho un piccolo monolocale di 18mq e non potendo mettere la caldaia mi sembra la soluzione più comoda, al momento ho molto problemi a mantenere il calore con la pompa di calore!
    La mia idea è di mettere il riscaldamento a pannelli elettrici sopra le piastrelle e poi rivestire con un laminato di buona qualità è un lavoro che mi consiglierebbe?

    Rispondi
    • arch. Carmen Granata
      14 Novembre 2019 16:48

      Posso citarle Rehau o Warmupitalia. Cmq l’installatore incaricato saprà darle indicazioni anche in merito alla posa in opera che intende effettuare.

  • Complimenti per l’articolo. Ne approfitto per una domanda: è possibile realizzare impianti misti? Ad esempio a pavimento in tutta la casa e tradizionale nei bagni?

    Rispondi
    • arch. Carmen Granata
      26 Agosto 2016 19:06

      Grazie. E’ possibile, ma occorre una caldaia in grado di gestire entrambi i sistemi. Consideri infatti che un impianto radiante funziona con temperature dell’acqua molto più basse di quelle necessarie per un termosifone o un termoarredo.

  • Buongiorno. Io non me ne intendo e non sapevo a chi chiedere, ma e’ normale che con il riscaldamento a pavimento ci sia un distacco di quasi un centimetro tra il pavimento ed il battiscopa? Sembra quasi che il pavimento sia sprofondato di un lavoro centimetro. Grazie anticipate per la risposta.

    Rispondi

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