Una recente sentenza della Cassazione chiarisce in quali casi è possibile fruire di doppia esenzione IMU per le coppie con diversa residenza.
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Una recente sentenza della Cassazione chiarisce in quali casi è possibile fruire di doppia esenzione IMU per le coppie con diversa residenza.
Foto di Hatice EROL da Pixabay
Doppia esenzione IMU sì, poi no, poi di nuovo sì…
Così potrebbe essere riassunta la questione relativa alla possibilità di poter usufruire di esenzione IMU per due differenti abitazioni da parte di una coppia di coniugi.
Ma partiamo dall’inizio: quando è stata introdotta la normativa IMU, i componenti di una coppia di coniugi potevano usufruire dell’esenzione IMU prima casa per due distinte abitazioni. Era necessario però dimostrare di avere la residenza ciascuno in uno dei due alloggi.
Successivamente, questa possibilità è stata eliminata: i componenti di una coppia potevano avere l’esenzione IMU prima casa su una sola abitazione, scelta come sede del nucleo familiare.
Diciamoci la verità: quanti avevano in passato fatto i furbi, utilizzando la doppia esenzione IMU per evitare il pagamento dell’imposta sulla seconda casa per le vacanze? Era sufficiente che uno dei due coniugi dichiarasse di avere la propria residenza in una ridente località di mare o di montagna, lontano dalla famiglia…
Come sempre, per contrastare gli abusi, si mettono in campo normative che puniscono anche chi avrebbe una reale necessità. Oggi infatti la vita è molto cambiata e non è raro che una coppia si divida in due distinte residenze per seguire la famiglia o i rispettivi impegni di lavoro. D’altro canto, basta un aereo per ricongiungersi poi nel fine settimana.
Ebbene, molte di queste coppie, che realmente hanno dovuto vivere per brevi o lunghi periodi separate, non hanno potuto esercitare il diritto a non pagare l’imposta su una delle due case di proprietà.
In realtà, fino alla Legge di Bilancio per il 2022, la possibilità di doppia esenzione era concessa, ma solo alle coppie che, per vari motivi, fossero costrette a vivere in Comuni diversi e non a quelle con residenze separate ma nello stesso Comune.
La Manovra fiscale per quell’anno ha eliminato questa distinzione, estendendo anche ai coniugi con residenze in Comuni diversi l’obbligo di usufruire di una sola esenzione.
Ma ecco che arriva un nuovo ribaltone: una sentenza della Corte Costituzionale del 2022 ha riaperto infatti la possibilità di doppia esenzione per i componenti delle coppie che vivono in abitazioni diverse. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.
La sentenza di cui sto parlando è la n. 209 del 13 ottobre 2022 della Corte Costituzionale.
Ma partiamo dalla norma che di fatto vieta la doppia esenzione IMU.
L’art. 1 co. 741 L. 160/2019, come modificato dell’art. 5 decies del D.L. 146/2021, lett. b), recita: […] Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile, scelto dai componenti il nucleo familiare. […].
In base a questo principio, sia le coppie con doppia residenza nello stesso Comune, sia quelle residenti in Comuni diversi, hanno dovuto scegliere su quale delle due abitazioni applicare l’esenzione IMU, pagando di conseguenza il tributo sull’altra.
Questo assunto è stato ritenuto dalla Corte Costituzionale in contrasto con gli articoli 3, 31 e 53 della Costituzione.
La Consulta ha ritenuto infatti che se la ratio della norma è quella di concedere un beneficio (l’esenzione IMU), per l’abitazione assunta a sede della propria residenza e dimora abituale, il riferimento al nucleo familiare comporta la negazione di un diritto, mentre dovrebbe essere irrilevante il fatto che il soggetto che dovrebbe goderne sia coniugato, separato o divorziato, componente di una unione civile, convivente o singolo.
La Corte osserva: In un contesto come quello attuale, infatti, caratterizzato dall’aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall’evoluzione dei costumi, è sempre meno rara l’ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell’ambito di una comunione materiale e spirituale.
Il diritto all’esenzione quindi può essere esercitato a prescindere dal luogo in cui si trovino gli immobili, nello stesso Comune o in Comuni diversi.
Attenzione, però! Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso a un accertamento da parte di un contribuente che aveva indicato un immobile, diverso da quello dove risiedevano sua figlia e la compagna, come sua dimora abituale, e pertanto non gli era stata riconosciuta l’esenzione.
La Suprema Corte ha motivato la pronuncia spiegando che il contribuente non aveva fissato la propria residenza presso l’immobile per cui chiedeva l’esenzione, ma soltanto la dimora abituale.
Per beneficiare della doppia esenzione IMU è quindi necessario che si verifichino contemporaneamente due requisiti fondamentali: la residenza anagrafica e la dimora abituale presso l’immobile.
Pur riconoscendo il diritto a usufruire di una doppia esenzione IMU nei casi che abbiamo analizzato, i giudici ricordano che, naturalmente, questa disciplina non si applica alle seconde case in genere.
Se una coppia possiede più di una abitazione, oppure se i componenti della coppia ne posseggono una ciascuno, ma la residenza e dimora abituale del nucleo familiare è praticata in una sola delle due, ovviamente solo quest’ultima potrà usufruire dell’esenzione fiscale.
Ciò dovrebbe intervenire a scongiurare gli abusi che si sono manifestati in passato e che avevano contribuito a far inasprire la norma.
In virtù dei cambiamenti sociali intervenuti negli ultimi anni e dell’entrata in vigore nel 2016 della legge Cirinnà, la doppia esenzione IMU per le coppie può essere esercitata non solo dalle coppie tradizionali, composte da marito e moglie.
Potranno infatti usufruirne anche:
• i soggetti dello stesso sesso che hanno contratto Unione Civile
• i componenti delle coppie di fatto.
Tali coppie sono state infatti equiparate nei diritti a quelle coniugate.
La sentenza ha aperto alla possibilità di presentare domande di rimborso o di annullamento di atti di accertamento eventualmente ricevuti.
I termini per richiedere il rimborso sono di cinque anni, quelli entro i quali si prescrivono le imposte locali.
Il calcolo parte dall’anno successivo a quello nel quale l’imposta era dovuta, quindi in questo caso si considera il periodo 2017-2022.
La domanda deve essere presentata utilizzando i moduli che troverai sul sito istituzionale del Comune interessato, da compilare online o a mano.
Siccome dovrai dimostrare che si tratta di una casa effettivamente utilizzata tutto l’anno e non una residenza per le vacanze, ti consiglio di allegare anche i documenti comprovanti tale utilizzo. A tal fine possono essere utili ad esempio le bollette che attestano consumi costanti e non solo legati a un determinato periodo.
A ogni modo, ti ricordo che, per evitare che la possibilità di usufruire della doppia esenzione IMU per le coppie comporti il ricorso all’agevolazione anche ai casi in cui non ricorrano i presupposti, Comuni e autorità preposte a effettuare controlli, dovranno attivarsi per vigilare sulle richieste dei contribuenti.
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2 Commenti. Nuovo commento
Buongiorno volevo sapere il prezzo e se consegnate a Palermo
Non deve chiederlo a me, ma all’azienda Noctis, di cui è indicato il sito.