Tutto quanto devi conoscere per realizzare un soppalco: le norme, i materiali e i consigli pratici per sfruttare al meglio lo spazio in casa.
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Tutto quanto devi conoscere per realizzare un soppalco: le norme, i materiali e i consigli pratici per sfruttare al meglio lo spazio in casa.
Divano Lovely e coffee table Jagger di Busnelli (photo credit Blu Wom milano)
Indice
Il soppalco è una struttura orizzontale intermedia realizzata all’interno di un locale con un’altezza sufficiente per ricavare uno spazio sovrastante praticabile.
Dal punto di vista tecnico, un soppalco può essere di tipo strutturale (integrato nell’edificio e progettato per sostenere carichi permanenti e variabili) o d’arredo (smontabile e non vincolato staticamente alle strutture portanti).
Il soppalco d’arredo è quello utilizzato per arredare, ad esempio, camere da letto e camerette per ragazzi, e non ce ne occuperemo in questo articolo.
Quello strutturale, invece, può essere realizzato con diversi materiali (in legno, acciaio o cemento armato) e deve garantire stabilità strutturale, sicurezza e accessibilità.
La sua realizzazione è regolata da normative edilizie, che ne definiscono altezza minima, superficie massima, ventilazione e illuminazione per garantirne l’abitabilità.
La costruzione di un soppalco rappresenta quindi un’ottima soluzione per sfruttare in maniera più razionale gli ambienti con soffitti molto alti, aumentando la superficie utile disponibile in un immobile.
È una soluzione utilizzata però soprattutto per i locali commerciali e meno per le residenze, visto che non è frequente trovare case con l’altezza interna sufficiente. I casi più diffusi sono quindi quelli degli edifici storici o dei loft.
Poiché l’intervento comporta un aumento di superficie, la sua realizzazione è soggetta alla richiesta di uno specifico titolo abilitativo.
Dal punto di vista urbanistico, il soppalco può essere:
• abitabile
• agibile ma non abitabile.
Nel primo caso la sua realizzazione determina la creazione di nuova superficie utile; nel secondo, invece, di superficie non residenziale.
Quello abitabile è definito dalla legge soppalco con permanenza di persone.
Dal punto di vista strutturale, invece, la distinzione va fatta come anticipato tra i soppalchi fissi e quelli mobili.
Per questi ultimi, non valgono le norme che analizzeremo in seguito, poiché in realtà non si tratta di elementi costruttivi, ma essenzialmente di arredi.
È il caso ad esempio dei letti a soppalco o di strutture utilizzate come librerie, armadi o cabine armadio.
I veri e propri soppalchi strutturali possono essere realizzati in:
• cemento armato
• legno
• acciaio.
Il soppalco in legno rappresenta una soluzione molto leggera e gradevole dal punto di vista estetico. Adatto in particolare ad ambienti rustici, presenta l’inconveniente che le tavole in legno possono risultare piuttosto rumorose perché soggette a scricchiolii durante il calpestio.
Quello in acciaio è più adatto a interni moderni ed è anch’esso piuttosto leggero, ma ha costi di realizzazione superiori.
Quello in cemento armato rappresenta la soluzione più stabile e sicura ma, oltre ad avere costi di costruzione superiori, richiede un’attenta progettazione e verifica dal punto di vista statico.
Le norme per la progettazione dei soppalchi sono contenute nel Regolamento Edilizio e nel Regolamento d’Igiene dei Comuni, pertanto possono variare da uno all’altro.
Gli aspetti normati sono i seguenti:
• altezza minima del soppalco
• altezza minima della zona sottostante il soppalco
• superficie massima soppalcabile
• rapporti aeroilluminanti da rispettare.
L’altezza minima di un soppalco agibile è in genere fissata a 210–220 cm. Altezze inferiori sono ammesse, ma l’ambiente in questo caso può essere utilizzato unicamente come ripostiglio o locale di sgombero.
L’altezza della parte sottostante deve invece rispettare le misure previste in generale per i locali abitabili, quindi non essere inferiore a 270 cm.
Può scendere a 240 cm nel caso in cui si tratti di un locale di servizio (bagno, cucina, corridoio).
Ne consegue che l’altezza minima di un ambiente che possa considerarsi soppalcabile dovrebbe essere di almeno 470 cm, considerando lo spessore della soletta del soppalco.
Non tutta la superficie di un locale può considerarsi soppalcabile, ma soltanto una sua parte. Di solito i regolamenti stabiliscono una frazione di superficie massima soppalcabile (in genere 1/3 di quella del locale) o una sua percentuale, in genere intorno al 50–60%.
Il soppalco dovrà inoltre avere un lato completamente aperto sullo spazio sottostante.
I rapporti aeroilluminanti di un soppalco, ossia il rapporto tra la superficie calpestabile e quella delle finestre del locale, devono essere pari ad almeno 1/8.
Questo parametro, fissato per tutti gli ambienti abitativi, è fondamentale per garantire la giusta illuminazione e un adeguato ricambio d’aria all’ambiente.
Quando la realizzazione di un soppalco determina la creazione di superficie utile, è necessario richiedere un Permesso di Costruire.
Se invece il soppalco viene solo utilizzato come deposito o ripostiglio, non si tratta di superficie utile e quindi è sufficiente una SCIA.
La sentenza 4166/2018 del Consiglio di Stato ha chiarito che il soppalco non incrementa la superficie utile della casa quando consiste in un vano chiuso, senza finestre o luci e di altezza interna modesta, tale da renderlo assolutamente non fruibile alle persone.
Un’opera siffatta è praticamente null’altro che un controsoffitto portante.
Se invece un soppalco, pur avendo dimensioni modeste, ha un’altezza tale da consentire a una persona di accedervi, è protetto dal vuoto sottostante e gode di adeguata illuminazione, determina aumento di superficie utile, anche se non abitabile. Necessita quindi di Permesso di Costruire.
Come in tutti i casi, però, le prescrizioni possono cambiare da Comune a Comune. Affidati quindi al tuo tecnico di fiducia (architetto, ingegnere o geometra), che sicuramente conoscerà i regolamenti locali.
Visto che modifica le caratteristiche strutturali dell’edificio, l’intervento, oltre a dover essere progettato e dimensionato in maniere adeguata, sarà soggetto a deposito all’ufficio tecnico regionale (ex Genio Civile) ed eventuale Autorizzazione Sismica.
A livello condominiale, non è invece necessaria alcuna autorizzazione dell’assemblea. La costruzione del soppalco altera infatti unicamente la superficie interna del tuo appartamento e non è quindi soggetta all’approvazione del condominio.
Tuttavia, potrebbe esserci una richiesta da parte degli altri condòmini di modifica delle tabelle millesimali, per ripartire le spese in base a una superficie effettivamente maggiore.
La struttura di un soppalco è del tutto simile a un solaio e in tutti i casi deve essere ancorata alle murature perimetrali dell’edificio.
L’ancoraggio avviene, per i solai in legno o in acciaio, mediante apposite staffe; per i solai laterocementizi è invece necessario inserire un cordolo in calcestruzzo nella muratura perimetrale a cui collegare la soletta.
In aggiunta o in alternativa, possono essere disposti una serie di piccoli pilastri lungo il perimetro del locale.
In genere si cerca di evitare questa scelta, per evitare che i pilastrini interferiscano con la distribuzione degli ambienti sottostanti, a meno che il dimensionamento della campata non lo richieda.
Una ulteriore possibilità è quella di sospendere il soppalco al soffitto, tramite tiranti a cui agganciarlo.
Come si può vedere, quindi, si tratta di interventi piuttosto invasivi che, se non progettati in maniera corretta, possono indebolire le strutture portanti.
Per tale motivo ti sconsiglio di agire con il fai da te, seguendo i vari tutorial presenti in Rete, a meno che non si tratti di un semplice soppalco d’arredo.
Piuttosto, se hai dubbi sulla capacità portante delle strutture del tuo fabbricato, potresti acquistare uno dei soppalchi prefabbricati o autoportanti disponibili in commercio.
Si tratta di strutture leggere di semplice installazione, anche se in ogni caso soggette a norme e verifiche.
La costruzione di un soppalco richiede particolare attenzione alla scelta della scala giusta, nonché della ringhiera del lato che si affaccerà sull’ambiente sottostante.
L’ingombro della scala nella stanza dovrà essere tale da non ostruire spazi di passaggio, porte e finestre.
La scala dovrà rispettare le norme previste per le scale interne in merito all’altezza dei gradini, alla larghezza e all’altezza del parapetto.
Ringhiera o parapetto del soppalco dovranno uniformarsi con quello della scala, in modo da presentare una continuità estetica.
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1 Commento. Nuovo commento
E’ vero che fa più la scala del soppalco! Io quando ho installato il mio ho fatto una scala larga e sicura accessibile ad anziani e bambini, dotata di profili led che illuminano ogni scalino. La sicurezza prima di tutto!