Presentata una proposta di legge per l’introduzione del Bonus Edilizio Unico con aliquote del 60% e del 100%, per superare l’attuale sistema.
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Presentata una proposta di legge per l’introduzione del Bonus Edilizio Unico con aliquote del 60% e del 100%, per superare l’attuale sistema.
Già da qualche anno si parla della necessità di una riforma (necessaria) del sistema dei bonus fiscali per l’edilizia, magari con l’introduzione di un Testo Unico della materia.
I bonus sono ormai numerosi, distinti per tipologie di lavori, con aliquote diverse ma, soprattutto, con regole differenti che ne rendono complicata l’applicazione.
L’idea è quindi quella di creare un Bonus Edilizio Unico con aliquote e massimali uniformi.
Il primo passo verso questo obiettivo è stato dunque intrapreso grazie a una proposta di legge che potrebbe vedere la luce a inizio del prossimo anno e di cui ti parlerò in questo articolo.
La proposta di legge, intitolata Detrazione delle spese per interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza antisismica degli edifici mediante l’esecuzione di opere edilizie o l’installazione o sostituzione di impianti, si pone tre obiettivi:
• fornire ai cittadini un contributo economico per aiutarli a perseguire l’efficientamento energetico e antisismico del patrimonio edilizio
• rivolgere l’importo massimo di questo contributo ai soggetti in maggiore difficoltà economica
• prevedere una misura non più straordinaria (e quindi soggetta a scadenza) ma a regime, che al contempo sia sostenibile per le casse dello Stato.
Anche la bozza trasmessa a Bruxelles del PNIEC 2030 (il piano nazionale per il clima e l’energia) punta verso questa direzione, attraverso una riforma dei bonus edilizi.
Il nuovo bonus sarà in buona sostanza una revisione dell’ormai vecchio Superbonus. Verrà infatti data priorità ai lavori di:
• messa in sicurezza sismica
• efficientamento energetico.
La centralità data ai lavori di efficientamento energetico scaturisce anche dall’esigenza di doversi adeguare alle indicazioni fornite dall’Unione Europea con la famosa Direttiva Case Green.
Gli obiettivi di questa direttiva sono infatti:
• il raggiungimento della classe energetica D per tutti gli edifici entro il 2033
• il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
La messa in sicurezza sismica è invece una prerogativa tutta italiana. Per un Paese come il nostro, a elevata vulnerabilità sismica e, al contempo, con un parco immobiliare decisamente datato, rappresenta infatti un tema cruciale.
Elemento fondamentale della nuova agevolazione sarà la distinzione tra cittadini capienti e incapienti.
Il precedente Superbonus poteva infatti essere usufruito indipendentemente dalla situazione economica dei richiedenti e questo ha creato qualche problema di equità.
Abbiamo ormai compreso da tempo che di fronte al tema delle agevolazioni fiscali non tutti possono essere trattati allo stesso modo. Devono invece essere forniti aiuti indirizzati in particolar modo alle famiglie in difficoltà, come del resto ci chiede l’Europa.
Pertanto, ai cittadini con capienza fiscale sarà destinata una detrazione del 60% da applicare su una spesa massima di 100.000 euro e ripartire in 10 rate annuali di pari importo.
Ai cittadini incapienti sarà invece data la possibilità di recuperare l’intero importo della spesa (quindi il 100%) attraverso i meccanismi di sconto in fattura o cessione del credito che sarebbero quindi riattivati.
Dovranno però sussistere i seguenti requisiti:
• i lavori dovranno riguardare l’abitazione principale del contribuente
• il reddito di riferimento del contribuente dovrà essere non superiore a 15.000 euro (in questo articolo ti ho spiegato come si calcola il reddito di riferimento)
• i lavori dovranno riguardare edifici in classe di prestazione energetica G, con obbligo di raggiungere la classe E entro il 2035.
Oltre alle famiglie a basso reddito, saranno avvantaggiati anche gli edifici condominiali con persone in condizione di povertà energetica e l’edilizia residenziale pubblica.
Tra le novità presenti nella bozza di legge, è stata inserita anche la possibilità per gli istituti di credito e gli intermediari finanziari di finanziare i contribuenti incapienti per il pagamento delle forniture, mediante i crediti ricevuti in garanzia.
Le banche non potrebbero però cedere a terzi il credito eventualmente ricevuto da clienti o costruttori.
Previsto anche un contributo per eseguire i lavori, erogato dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti con redditi bassi, finanziato da un fondo statale di 20 milioni di euro annui.
Ricapitolando, il Governo Meloni sta puntando a un riordino del sistema degli incentivi fiscali per l’edilizia, privilegiando l’istituzione di un unico grande incentivo al posto dei tanti bonus attualmente in vigore.
Bisogna ricordare però che molti di questi bonus sono stati programmati per durare almeno fino al 31 dicembre 2024 e qualcuno fino al 31 dicembre 2025.
Inoltre, il bonus ristrutturazione è inserito all’interno del TUIR, il Testo Unico per le Imposte sui Redditi, per cui, anche quando scadrà l’aliquota maggiorata del 50%, resterà comunque in vigore come detrazione IRPEF 36%.
A ogni modo, la proposta di legge illustrata in questo articolo verrà discussa nei prossimi giorni in commissione Finanze della Camera e dovrà poi seguire tutto il suo iter parlamentare.
Se tutto andrà bene, le nuove misure saranno inserite nella prossima Legge di Bilancio, per poi andare in vigore a partire dal primo gennaio 2024.
Pertanto, ti terrò informato di tutti gli sviluppi della vicenda. Per restare aggiornato, segui le mie pagine Facebook e Twitter e iscriviti al mio canale YouTube.
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