Da ottobre ARERA ha previsto bollette gas mensili e non bimestrali: cosa comporterà questo cambiamento per i consumi delle famiglie italiane?
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Da ottobre ARERA ha previsto bollette gas mensili e non bimestrali: cosa comporterà questo cambiamento per i consumi delle famiglie italiane?
Foto di Frauke Riether da Pixabay
L’ARERA, autorità per l’energia, su richiesta dell’Unione nazionale consumatori ha deciso, dopo una serie di consultazioni, che dal prossimo mese di ottobre le bollette del gas non avranno più cadenza bimestrale ma potranno essere mensili.
Questa soluzione permetterà di spalmare i pagamenti nel corso del tempo, ridistribuendoli su più mesi, in modo da aiutare i cittadini a far fronte ai prezzi del metano ormai arrivati alle selle, anche in vista dell’accensione dei riscaldamenti.
La novità interesserà comunque soltanto le utenze che ancora aderiscono al regime di maggiore tutela, non quelle che hanno invece scelto il mercato libero, che continueranno a ricevere le fatture secondo la frequenza già prevista dalla compagnia, bimestrale o mensile.
Nel libero mercato, infatti, sono già numerose le compagnie che provvedono a effettuare una fatturazione mensile.
I clienti che ancora usufruiscono del mercato a maggior tutela sono circa 7,3 milioni sui 20,4 milioni totali.
L’obiettivo di questa decisione, secondo l’ARERA, è quello di rendere più tempestivi gli effetti delle misure di tutela dei risparmiatori contro il caro energia messe in atto da parte dell’Unione Europea.
Negli ultimi mesi il prezzo del gas è stato piuttosto volatile, subendo frequenti impennate a causa dei tagli alle forniture operate dalla Russia per contrastare le sanzioni economiche decise dall’Unione Europea nei confronti del Paese, dopo l’invasione dell’Ucraina.
Nello scorso mese di agosto il prezzo del gas era arrivato a scambiare addirittura fino ai 350 euro a megawattora. Dopo un periodo di calo, negli ultimi giorni si registra una nuova crescita provocata dai danni al gasdotto Nord Stream.
Da ottobre cambierà anche la modalità con cui sarà calcolato il prezzo della materia prima gas.
I valori di riferimento non saranno più quelli dell’olandese TTF (Title transfer facility, il mercato di riferimento europeo per il prezzo del gas) ma quelli di PSV (Punto virtuale di scambio, l’hub italiano dove avvengono gli scambi della borsa del gas).
Si passerà pertanto dalle quotazioni del mercato all’ingrosso internazionale alla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso italiano.
Secondo l’ARERA, sganciandosi in questo modo dalla borsa di Amsterdam, dovrebbe essere possibile trasferire tempestivamente ai clienti finali i benefici dei provvedimenti europei per contrastare il caro prezzi in bolletta.
Il tutto in attesa comunque della decisione sull’istituzione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo che dovrebbe arrivare entro la fine di questa settimana.
Sono infatti quattordici i Paesi, tra cui l’Italia, che hanno sottoscritto una lettera per la Commissione Ue per chiedere una proposta di price cap da discutere al Consiglio Energia di domani.
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Anche l’aggiornamento delle tariffe non sarà più trimestrale ma diventerà mensile e sarà fatto ex post e non più ex ante. In questo modo l’aggiornamento dei prezzi si sgancerà da quello dell’energia elettrica.
Pertanto, alla fine di questo mese saranno aggiornate le tariffe dell’elettricità per gli ultimi tre mesi, mentre per stabilire il prezzo del gas del mese di ottobre dovremo attendere il secondo giorno lavorativo di novembre.
La decisione di prevedere una fatturazione mensile al posto di quella bimestrale è stata salutata positivamente dall’Unione Nazionale Consumatori che tra l’altro è stata artefice dell’iniziativa.
L’UNC ritiene infatti che spalmando in questo modo le spese si possa aiutare le famiglie a non dover affrontare costi insostenibili e che il provvedimento sia utile a evitare conguagli troppo elevati.
Le altre associazioni di consumatori non pensano invece sia una buona idea. Il Codacons ravvisa addirittura in quest’operazione un possibile ulteriore aggravio dei costi e preannuncia un ricorso al TAR.
Assoutenti sostiene invece che la suddivisione delle bollette in rate mensili non porterà alcun beneficio concreto alle famiglie italiane ma anzi potrebbe causare ulteriori aggravi.
La scelta di affidarsi a PSV per il calcolo delle tariffe potrebbe infatti rivelarsi un boomerang, visto che le sue quotazioni sono più elevate rispetto a quelle a cui ci si affidava per l’aggiornamento trimestrale delle tariffe.
Tra l’altro, le tariffe saranno adesso aggiornate mensilmente e questo esporrà le famiglie ad aumenti frequenti.
C’è infine la nota dolente della determinazione del prezzo ex post, anziché ex ante.
In parole semplici, se la fattura mensile non rispecchierà il reale andamento del prezzo del gas, le eventuali differenze saranno messe a conguaglio nella bolletta successiva. Secondo Consumerismo no-profit, in questo modo si elimina la trasparenza, perché i consumatori non conosceranno in anticipo il prezzo del gas ma lo scopriranno solo dopo averlo consumato.
Ma in conclusione: qual è il vantaggio che le bollette gas mensili dovrebbero portare ai consumatori?
Diciamo la verità, sarà un vantaggio (eventuale) soltanto psicologico. La spesa sarà ripartita in 12 rate annuali anziché in 6 mensili, ma resterà invariata. È la somma che fa il totale!, diceva Totò…
Indubbiamente però la rateazione mensile può aiutare le famiglie a controllare meglio le spese, facendo capire quanto si spende per il gas mese per mese in modo da poter modificare le proprie abitudini ed essere più oculati nei consumi.
Si tratta in ogni caso di palliativi. La soluzione concreta, per chi non può far ricorso a scelte alternative, come l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili o altri tipi di combustibili quali le biomasse, non può che essere il tanto agognato tetto al prezzo del gas.
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