I micro cogeneratori sono impianti di potenza inferiore a 50 kW, in grado di produrre allo stesso tempo calore ed elettricità usando lo stesso combustibile.
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I micro cogeneratori sono impianti di potenza inferiore a 50 kW, in grado di produrre allo stesso tempo calore ed elettricità usando lo stesso combustibile.
Micro cogeneratori BlueGen (photo credit www.solidpower.com)
Indice
La legge di Bilancio per il 2018 ha esteso l’ecobonus anche ai micro cogeneratori domestici. Ma cosa sono questi dispositivi?
Quella della cogenerazione e micro cogenerazione è una tecnologia in realtà poco diffusa in Italia, usata prevalentemente in ambito pubblico e soprattutto negli ospedali. La tecnologia merita però di estendersi all’ambito residenziale perché permette interessanti risparmi economici e la riduzione delle emissioni inquinanti in ambiente. Si spera quindi di incrementarla proprio grazie a questo incentivo.
I micro cogeneratori sono impianti di potenza inferiore a 50 kW in grado di produrre contemporaneamente calore ed elettricità utilizzando lo stesso combustibile. Pertanto questi apparecchi, in una abitazione, sostituiscono al contempo la caldaia dell’impianto di riscaldamento e producono tutta o quasi l’energia elettrica per autoconsumo.
Si parla insomma di micro cogenerazione quando la taglia dell’impianto è proprio commisurata alle esigenze di una utenza domestica.
La micro cogenerazione viene indicata anche con il suo acronimo inglese MCHP (micro combined heating and power).
Queste sono le tecnologie più diffuse per la micro cogenerazione residenziale:
• i motori Stirling
• le celle a combustibile, che trasformano in elettricità l’idrogeno prodotto per via elettrolitica
• la microcogenerazione solare, cioè fotovoltaico – termica (possibile alternativa).
La più comune configurazione è quella con motore Stirling alimentato a gas. Quando la caldaia viene accesa, l’acqua calda prodotta riscalda il gas facendolo espandere e spingendo un pistone a muoversi su e giù in una bobina di rame, generando corrente elettrica.
Il limite di questo sistema è che ovviamente l’energia elettrica viene prodotta solo quando la caldaia è accesa.
I combustibili utilizzabili nella micro cogenerazione sono di diverso tipo:
• di origine fossile (come gas metano o diesel)
• biomasse (cippato, legna, pellet, ecc.)
• da rifiuti solidi o da biogas.
I micro cogeneratori a pellet, in particolare, sono di piccolissima taglia e sono dunque particolarmente adatti a essere utilizzati nelle abitazioni.
Oggi si parla anche di sistemi di tri generazione, quando i dispositivi sono in grado di utilizzare il calore di recupero per produrre, oltre all’energia termica, anche energia frigorifera. Si tratta in pratica del freddo utile per alimentare un impianto di climatizzazione.
Un impianto residenziale di micro cogenerazione può raggiungere un rendimento di circa il 90% nei modelli ad alto rendimento, detti CAR. Se lo paragoniamo al 30 – 35% di una centrale elettrica che impiega combustibili fossili si può comprendere come, a parità di materia prima utilizzata, questi impianti siano molto più efficienti ed emettano una quantità inferiore di gas serra in atmosfera, nocivi per il clima e l’ambiente.
Uno dei vantaggi di questa tecnologia in ambito domestico è dovuto però alla produzione di energia elettrica che, prodotta direttamente, ha costi inferiori rispetto a quella acquistata dalla rete (non ci sono le caratteristiche perdite dovute alla trasmissione a distanza). Rispetto al costo per la fornitura abituale, la spesa per l’energia si riduce infatti di circa un terzo.
A differenza di quanto avviene nelle grandi centrali, inoltre, il calore sviluppato viene sfruttato per il riscaldamento domestico, mentre nel primo caso è soltanto un prodotto di scarto.
In particolare, il calore di recupero viene utilizzato per alimentare l’impianto di riscaldamento o per produrre acqua calda a uso sanitario.
A questi vantaggi si devono infine aggiungere naturalmente anche quelli economici determinati dagli incentivi previsti dall’ultima Legge di Bilancio.
Come per tutti gli interventi agevolati con l’ecobonus, anche in questo caso possono usufruire dell’incentivo sia soggetti privati, sia imprese e soggetti pubblici.
In ambito residenziale, possono richiederli quindi:
• i titolari di un diritto reale sull’immobile (proprietari, usufruttuari, nudi proprietari, ecc.)
• i condòmini per gli interventi sulle parti comuni
• gli inquilini
• chi detiene l’immobile in comodato
• i familiari o conviventi degli aventi diritto che sostengono le spese.
Per ottenere l’incentivo è necessario mettere in atto alcuni adempimenti. Primo tra tutti, l’invio della Scheda descrittiva dell’intervento all’apposito portale istituito da Enea (finanziaria2018.enea.it).
Sono inoltre da conservare i seguenti documenti:
• asseverazione redatta da un tecnico abilitato, attestante i requisiti richiesti
• dichiarazione del fornitore o produttore dell’unità di micro cogenerazione sulla sussistenza dei requisiti richiesti.
Tali requisiti riguardano:
• l’assenza di dissipazioni termiche
• le variazioni del carico
• le regolazioni della potenza elettrica
• rampe di accensione e spegnimento di lunga durata
• altre situazioni di funzionamento modulabile che determinano variazioni del rapporto energia elettrica – energia termica.
Anche se i micro cogeneratori consentono col tempo un discreto risparmio in bolletta, i costi iniziali di un impianto come quello descritto sono ancora molto più elevati rispetto a quelli dei comuni dispositivi di produzione energetica domestici.
L’investimento necessario è infatti superiore a quello occorrente per una normale caldaia e per l’allaccio alla rete elettrica.
È per questo motivo che un incentivo come quello dell’ecobonus si rende indispensabile per incrementarne la diffusione.
Se intendete installare un impianto di questo tipo, vi consiglio di affidarvi alla progettazione di tecnici specializzati, in grado di indicarvi la soluzione più idonea alle vostre esigenze.
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6 Commenti. Nuovo commento
Desidero sapere un prezzo per una villetta di 400 mq. Attualmente spendo circa 3000 euro l’anno per la bolletta Enel
Dovrebbe informarsi presso un impiantista.
Il problema non è la tecnologia ma l?italia paese in cui il ritardo tecnologico relega sistemi di uso comune nei paesi avanzati a curiosità fuori mercato. Tradotta in parole semplici nessuno ne conosce le potenzialiti e chi le conosce non le può sfruttare.. anche per questo conviene vivere all’estero. Purtroppo
Si, ma un costo spannometrico per un’abitazione singola di 100 mq./300 mc.?
Il prezzo varia molto in base alla potenza e al modello per cui non esiste un prezzo di riferimento di mercato.
chiaro semplice da capire anche per i non addetti