Cos’è il brutalismo, lo stile architettonico al centro del film da Oscar

Il termine brutalismo deriva dal francese béton brut, cemento grezzo, ed è proprio questo materiale la particolarità distintiva dello stile.

Interni di casa in stile brutalista

Photo credit Depositphotos

Il brutalismo nel film da Oscar

Il brutalismo in architettura ha sempre diviso il pubblico: c’è chi lo considera uno stile freddo e inospitale e chi invece lo ama per la sua potenza espressiva.

In questi giorni è nelle sale il film The Brutalist, con Adrien Brody protagonista, che ha ottenuto ben 10 nomination agli Oscar e, grazie al suo successo, questo stile architettonico è ritornato sotto i riflettori.

Ma cos’è il brutalismo? Quali sono le sue caratteristiche e come si può progettare una casa brutalista, oggi? Scopriamolo insieme.

Cos’è il brutalismo?

Il brutalismo è una corrente architettonica nata nel secondo dopoguerra, tra gli anni ’50 e ’70, con l’obiettivo di creare edifici solidi, funzionali e privi di ornamenti superflui.
Il termine deriva dal francese béton brut, che significa cemento grezzo. E questo materiale è proprio la principale caratteristica distintiva dello stile, in cui viene lasciato esposto senza rivestimenti o decorazioni, esaltando la sua matericità.

Il nome venne ufficialmente coniato negli anni ’50 dagli architetti britannici Alison e Peter Smithson, che con esso volevano indicare un’architettura diretta, priva di filtri e capace di esaltare la forza dei materiali impiegati.

Ma il brutalismo non si riduce unicamente all’uso del cemento a faccia vista. Le sue origini sono strettamente legate al Movimento Moderno e alle idee di Le Corbusier, uno dei primi a sperimentare l’uso del cemento grezzo nelle sue opere. Un esempio fondamentale è rappresentato dalla Unité d’Habitation di Marsiglia, costruita nel 1952, un complesso residenziale che proponeva un nuovo modello abitativo basato su spazi modulari e autosufficienti.

Lo stile brutalista si diffuse rapidamente in tutta Europa e negli Stati Uniti, trovando un terreno particolarmente fertile nel Regno Unito e nell’Europa orientale.

In un periodo di ricostruzione post-bellica, le città avevano bisogno di nuove infrastrutture e alloggi economici per la popolazione in crescita. L’architettura brutalista rispondeva a questa esigenza con edifici dalle forme massicce, caratterizzati da grandi superfici in cemento, vetrate, elementi prefabbricati e una concezione spaziale improntata alla funzionalità.

Oltre agli edifici residenziali, il brutalismo venne impiegato per la costruzione di università, biblioteche, uffici governativi e strutture pubbliche. Architetti come Paul Rudolph negli Stati Uniti e Ernő Goldfinger nel Regno Unito contribuirono alla diffusione di questo stile con opere iconiche, spesso monumentali.

A partire dagli anni ’70, la corrente iniziò a perdere popolarità. La sua estetica, considerata austera e poco accogliente, divenne bersaglio di critiche e polemiche. Molti edifici brutalisti furono abbandonati o demoliti, soprattutto nelle città occidentali, dove vennero associati al degrado urbano e a un’architettura impersonale.

Negli ultimi decenni, però, il brutalismo sta vivendo una rivalutazione. Architetti, designer e appassionati di architettura hanno iniziato a riscoprire la potenza espressiva di questo stile, considerandolo una testimonianza di autenticità e innovazione. Oggi, nuove costruzioni si ispirano al brutalismo reinterpretandolo in chiave contemporanea, con materiali più sostenibili e soluzioni tecnologiche avanzate.

Alcune famose case in stile brutalista

Sebbene il brutalismo sia stato spesso associato ad edifici pubblici, come università e complessi residenziali, esistono anche numerose abitazioni private che incarnano perfettamente questo stile. Vediamone alcune.

Casa Siza, progettata dal grande architetto portoghese Álvaro Siza, è una residenza che incarna la purezza formale del brutalismo. Le sue superfici in cemento grezzo si alternano a volumi geometrici semplici, creando un’architettura essenziale ma potente.

Considerata una delle prime case brutaliste, Villa Göth, progettata da Lennart Holm a Uppsala, in Svezia, è caratterizzata da una struttura in mattoni grezzi e cemento a vista. Questo edificio ha praticamente dato origine al termine brutalismo nel mondo accademico dell’architettura.

La Trellick Tower di Ernő Goldfinger è un’icona dell’architettura brutalista residenziale. Con la sua imponenza e il caratteristico utilizzo del cemento armato, rappresenta una delle massime espressioni del movimento moderno.

Per ultima, voglio citarti Casa Brutale, un progetto concettuale e visionario ideato dagli architetti di OPA (Open Platform for Architecture). Immaginata come una villa scavata nella roccia con un tetto-piscina in vetro, questa casa incarna l’essenza estrema del brutalismo, enfatizzando il rapporto tra architettura e natura.

Come progettare una casa in stile brutalista

Realizzare una casa brutalista oggi significa coniugare estetica e funzionalità, mantenendo viva l’essenza di questo stile ma adattandolo alle esigenze contemporanee. Ecco alcuni elementi fondamentali da considerare.

Il cemento a vista è il protagonista indiscusso del brutalismo, ma si possono utilizzare anche altri materiali grezzi e autentici come mattoni, acciaio, vetro e legno grezzo. L’importante è lasciarli il più possibile senza rivestimenti o decorazioni superflue.

Le case brutaliste si caratterizzano per forme geometriche imponenti, con volumi massicci e linee decise. Le facciate spesso presentano sporgenze, rientranze e giochi di pieni e vuoti che creano un effetto scultoreo.

Per bilanciare la durezza del cemento e creare un dialogo con l’ambiente esterno, le case brutaliste moderne incorporano ampie vetrate per consentire l’ingresso della luce naturale. In questo modo è possibile alleggerire l’impatto visivo e migliorare la luminosità degli interni.

Gli interni devono riflettere la stessa filosofia degli esterni: ambienti essenziali, arredi minimalisti e grande attenzione alla funzionalità. Gli spazi spesso si sviluppano in modo fluido, con ambienti aperti e poche divisioni.

Oggi è possibile implementare soluzioni sostenibili in una casa brutalista, come ad esempio l’uso di cemento a basse emissioni di carbonio, sistemi di raccolta delle acque piovane e impianti fotovoltaici. L’automazione e la domotica possono contribuire a rendere l’abitazione più efficiente e confortevole.

Il fascino senza tempo del brutalismo

Il brutalismo non è solo un’estetica, ma un vero e proprio manifesto architettonico che esprime potenza, onestà e funzionalità. Il recente successo del film The Brutalist ha riportato questo stile al centro dell’attenzione, dimostrando che, nonostante le critiche, continua ad affascinare e influenzare l’architettura contemporanea.

Se stai pensando di farti progettare una casa in stile brutalista, lasciati ispirare dalle opere iconiche del passato e dalle nuove interpretazioni moderne, creando uno spazio che sia espressione di carattere, innovazione e autenticità.




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