Le linee vita sono degli ancoraggi fissati sulle coperture degli edifici al fine di proteggere gli operatori dal rischio di eventuali cadute.
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Le linee vita sono degli ancoraggi fissati sulle coperture degli edifici al fine di proteggere gli operatori dal rischio di eventuali cadute.
Le linee vita sono costituite da una serie di ancoraggi fissati sulle coperture degli edifici per proteggere gli operatori dal rischio di eventuali cadute in quota.
Non esiste una tipologia univoca di prodotto: possono essere infatti cavi rigidi o binari, a cui l’operaio viene assicurato con un elemento di connessione, ad esempio un moschettone collegato al DPI di trattenuta del corpo, ovvero l’imbracatura indossata.
Non sempre la linea ha un andamento rettilineo, ma può essere anche inclinata e seguire comunque l’andamento della struttura a cui è ancorata, come quella di un tetto a falde.
Questo dispositivo per la sicurezza ha incominciato a diffondersi in Italia soltanto da una decina di anni, da quando cioè la regolamentazione edilizia di alcuni Comuni ha iniziato a prevederne l’obbligatorietà.
Attenzione, però, perché spesso si tende a confondere alcuni dispositivi di protezione di altro genere con le linee vita.
Un parapetto è sicuramente un dispositivo di protezione dalle cadute, ma non è una linea vita. Non può quindi essere utilizzato come tale, ancorandovi le imbracature degli operai.
D’altro canto, gli stessi ancoraggi non possono sostituirsi ai ponteggi o alle reti anti caduta, dispositivi per la protezione collettiva degli addetti.
Insomma, sono un utile dispositivo di sicurezza, ma hanno un utilizzo proprio che va distinto da quello di altri in base alle disposizioni impartite dai tecnici preposti alla gestione della sicurezza in cantiere.
Come detto, esistono tipologie diverse di linee vita. Una prima differenziazione si può fare tra linee orizzontali, verticali e inclinate.
Tra le prime, va detto, rientrano comunque quelle che hanno un’inclinazione fino a 15 gradi rispetto all’orizzontale.
Le linee possono poi distinguersi in flessibili o rigide, a seconda del materiale con cui sono realizzate, cavi o profili metallici.
Per finire, possiamo distinguere linee temporanee o linee fisse, così definite in base alla loro utilizzazione. Nel primo caso, infatti, sono destinate a essere rimosse al termine del lavoro per il quale vengono utilizzate come dispositivo di protezione (come avviene ad esempio per i ponteggi). Nel secondo caso, invece, vengono installate stabilmente in un edificio per seguirlo nel corso della sua vita.
Le linee vita flessibili sono di solito realizzate in acciaio inox, ma i supporti di estremità o laterali possono essere anche in acciaio zincato a caldo. Quelle temporanee possono essere costruite anche con fettucce o fibre tessili.
Le linee rigide sono invece realizzate con profili in acciaio o in alluminio.
Le linee vita sono regolamentate dalle seguenti norme tecniche:
• UNI EN 795
• UNI 11578
• UNI 11560.
Eppure in nessuna di esse i dispositivi di cui sto parlando vengono denominati effettivamente linee vita.
In esse si parla solo di linee di ancoraggio flessibili/rigide orizzontali, di ancoraggi lineari e di sistemi di ancoraggi lineari. Molte norme locali utilizzano infatti tali termini.
Le parole linee vita sono invece esplicitamente citate nel Testo unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro, il d. lgs 81 del 2008. Compaiono infatti all’articolo 115, Sistemi di protezione contro le cadute dall’alto, dove sono citate insieme ad altri tipi di dispositivi di protezione.
Come accennato, sono ormai sempre più numerosi i regolamenti edilizi che prevedono l’obbligo di installazione di linee vita fisse per le nuove costruzioni o in concomitanza con lavori di ristrutturazione importanti.
L’obiettivo delle norme è infatti quello di far utilizzare tali linee per tutti i lavori di manutenzione della copertura o comunque in quota, a cui sarà sottoposto l’edificio negli anni successivi.
La normativa richiede che l’installazione sia eseguita solo su predisposizione di apposito progetto e da installatori formati ed esperti. In alcune Regioni è anche previsto l’obbligo di frequentazione di corsi formativi.
L’utilizzatore deve essere infatti formato e addestrato all’utilizzo di DPI di III categoria per i lavori in quota.
Periodicamente, in base alle indicazioni del produttore, gli ancoraggi devono essere ispezionati e manutenuti. Gli intervalli di ispezione sono solitamente di 1 o 2 anni.
Al di là di quali siano gli obblighi normativi nella tua Regione, è sempre opportuno installare le linee vita in occasione della realizzazione di una nuova costruzione, ma anche di interventi di manutenzione straordinaria del tetto.
Quando si realizzano questi interventi infatti le parti della struttura a cui fissare le linee risultano esposte e si può approfittare per installarle.
Non a caso, le normative locali che ne prevedono l’obbligo hanno fissato il momento in cui eseguire l’installazione in occasione di lavori di questo tipo.
Nulla vieta però di effettuare l’installazione anche quando non ci sono in programma lavori in copertura. In un condominio ad esempio possono risultare utili per garantire la sicurezza degli operai che dovessero accedere al tetto per piccoli lavori manutentivi, come quelli sulle antenne TV, la sostituzione di tegole, la pulizia periodica delle grondaie, ecc..
Per avere un’idea del costo dell’installazione di una linea vita, occorre prendere in considerazione tre distinte voci di spesa:
• la progettazione
• il costo dei materiali
• la messa in opera.
Se vuoi valutare un preventivo che ti è stato sottoposto, tieni in considerazione gli aspetti che ti vado a descrivere.
Il fascicolo di progetto deve essere composto almeno dei seguenti elaborati:
• analisi dei rischi
• pianta della copertura con disposizione degli ancoraggi
• manuale di istruzioni
• piano di ispezioni/manutenzioni
• relazione di calcolo a firma di tecnico abilitato.
Il materiale usato per gli ancoraggi è di solito l’acciaio inox, ma se questa voce di costo è troppo elevata e vuoi risparmiare qualcosa, potresti scegliere quelli zincati a caldo.
Un altro modo per abbassare un po’ i costi è chiedere al progettista uno schema che riduca i punti di ancoraggio, sempre però restando nei limiti di una progettazione corretta e che garantisca la sicurezza richiesta.
Con questi piccoli accorgimenti potresti ottenere un risparmio tra il 10% e il 20%. Evita invece di scegliere, tra quelli che ti propongono, un preventivo con un prezzo troppo basso rispetto agli altri.
Oltre ad andare a discapito della sicurezza, questa scelta ti potrebbe portare ad affrontare nuove spese nel giro di pochi anni.
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